Le donne che viaggiano per lavoro sono ormai una realtà sempre più affermata. Il settore del business travel è stato storicamente caratterizzato dal predominio della componente maschile. Tuttavia, nell’ultimo decennio anche le donne hanno iniziato a viaggiare con frequenza per lavoro.
Questa evoluzione ha fatto si che compagnie aeree e strutture ricettive investissero tempo e risorse per capire quali siano esigenze e le abitudini delle donne nel business travel. E quali sono le differenze rispetto ai colleghi maschi.
Quali sono le caratteristiche e le problematiche che possono riscontrare le viaggiatrici nel mondo del business travel? E, sopratutto, come un’azienda deve muoversi per tutelare le sue traveler?
Donne e business travel, cosa cambia rispetto ai colleghi maschi
La prima tendenza che studi e ricerche registrano nelle donne lavoratrici è l’aumento dei loro viaggi d’affari. Secondo alcune ricerche, infatti, le donne hanno aumentano del 25% la frequenza dei loro viaggi in aereo negli ultimi 10 anni.
Inoltre, le business traveler tendono a pianificare le trasferte con maggiore anticipo rispetto agli uomini e difficilmente annullano il viaggio d’affari. Le dipendenti prenotano mediamente due giorni prima dei colleghi uomini. Nonostante la differenza sembri irrisoria, questo permette alla aziende di ridurre in modo consistente i costi delle trasferte.
Le donne che viaggiano per lavoro riescono così ad aggiudicarsi le tariffe migliori, risparmiando il 2% del prezzo medio del biglietto. In generale si può dire che tutti i manager che viaggiano per lavoro da tanti anni, che hanno quindi una maggiore esperienza nel settore, tendono ad essere più previdenti.
I business traveler più maturi, sia uomini che donne, tendono a prenotare i voli con ben 55 giorni di anticipo. Se invece i viaggi non richiedono particolari scali, la tendenza è quella di organizzarli con poco preavviso.
Donne e business travel, la sicurezza è la principale problematica
Altro tema caldo relativo alle donne nel business travel è sicuramente la sicurezza. Una ricerca pubblicata da GBTA evidenzia come il 69% dei buyer di viaggi d’affari ritiene che le donne in viaggio siano generalmente più esposte a rischi rispetto ai colleghi maschi. Il 61% di loro crede che sia molto importante considerare in maniera differente la sicurezza delle donne quando si implementano i programmi di risk management.
«Anche se questo studio ha rivelato che i Travel Manager sono preoccupati per la sicurezza delle donne che viaggiano per affari, solo il 18% delle politiche di viaggio riguardano specificamente la sicurezza delle donne. Come industria, dobbiamo fare di più per garantire la sicurezza dei nostri road warriors. Soprattutto perché le donne rappresentano una quota crescente della nostra popolazione di viaggiatori d’affari» ha affermato Christle Johnson, presidente GBTA.
Il 61%, dei Travel Manager ritiene importante considerare la sicurezza delle donne quando si sceglie un alloggio. In effetti, il 63% di essi ritiene che l’ubicazione degli alloggi sia un problema quando le donne viaggiano per lavoro e il 54% afferma che anche il tipo di alloggio è un problema. Nonostante ciò, meno della metà (44%) dichiara di consigliare camere pensate per le donne (doppie serrature, terzo piano o sicurezza superiore e 24 ore su 24).
Le donne preferiscono viaggiare sole per affari
Un altro studio condotto da Booking, conferma la tendenza delle donne lavoratrici a viaggiare sole per affari. Il 72% di loro afferma di provare piacere nel viaggiare in solitaria. Solo il 27% degli uomini intervistati, invece, si trova d’accordo con questa affermazione. D’altra parte, il 45% delle traveler ammette di non sentirsi a proprio agio e in sicurezza quando viaggia. È importante, quindi, riuscire a venire incontro alle esigenze di questo nuovo segmento di clienti, sfruttando la tecnologia. Diverse sono le community online nate per suggerire consigli e dritte a chi decide di viaggiare da solo.
Alcune catene di alberghi e compagnie aeree stanno cercando di soddisfare i bisogni delle clienti. Ad esempio, evitando di assegnare a donne che viaggiano da sole, il posto centrale nella fila dei sedili su un aereo.
Negli anni sono nate molte mobile app per la sicurezza della donna viaggiatrice. Si basano sul sistema della geolocalizzazione che permettere a tutti di sapere sempre dove si trovano. Alcune utilizzano suoni e segnali luminosi per attirare l’attenzione o allontanare eventuali malintenzionati. Altre permettono di far partire chiamate d’emergenza o inviare velocemente una richiesta di aiuto tramite SMS.
Cosa può fare un’azienda per tutelare le donne nel suo travel program
Dato l’aumento significativo delle donne che viaggiano per affari e, purtroppo, delle aggressioni che la componente femminile subisce regolarmente, le aziende si devono impegnare nell’attuare delle policy che tutelino le loro dipendenti in trasferta. Garantire la loro sicurezza in viaggio deve essere una priorità. È importante quindi riuscire a valutare preventivamente il rischio, studiando ambiente politico ed economico, leggi locali, abitudini e norme culturali nel paese dove ci si reca per affari. Ad esempio, alcuni paesi applicano rigorosamente la Sharia, o legge islamica. Questo spesso comporta impatti negativi sui diritti delle donne.
Garantire viaggi sicuri e di successo alle proprie dipendenti business traveler è una sfida ancora aperta per le aziende di oggi. Assicurare un supporto e inviare aggiornamenti costanti su problematiche internazionali come salute, incolumità e sicurezza può essere un passo avanti. Un corretto travel program deve pianificare tutto nei minimi dettagli. Dal trasporto dall’aeroporto all’albergo, ai contatti di chi programma e gestisce il servizio.
Tutto ciò deve essere preventivamente accertato e valutato come affidabile. Le aziende devono preparasi a gestire qualsiasi tipologia di crisi. Infine, è importante ricordare ad ognuno, che sia donna o uomo, che, in caso di pericolo, non deve mai avere paura di chiedere aiuto. Se si viaggia per affari è responsabilità primaria della propria azienda tutelare e proteggere i propri dipendenti.